mercoledì 30 dicembre 2009

Discoteca


Siamo nella nuova casa da dieci giorni, e il mio bimbo piu’ piccino non ha smesso una notte di pisciare a letto, mio marito non ha smesso una notte di cambiargli il pigiama ed io di cambiargli le lenzuola, per poi lavarle il giorno dopo. Non ha smesso un giorno di piovere, ed io ho deciso di barattare la mia macchina del pane piu’ un frullatore mai usato con una asciugatrice. Potrei chiedere a Babbo Natale. Vorrei aprire da oggi l’operazione “riciclo regali” e convincere tutti per il prossimo anno a fare regali solo ai bambini. Ho troppa roba che non mi serve e troppi pochi soldi per comprarmi quello che mi sarebbe utile. Piuttosto regaliamoci soldi, anche 3 euro, nel mucchio si arriva presto a 100. Sara’ che quando do un occhio alle scatole cha ancora devo ordinare mi verrebbe voglia di buttare tutto.
Il Natale e’ passato in discoteca; i trenta parenti di mio marito messi tutti insieme fanno l’effetto del Frumpy degli anni novanta, per parlare con qualcuno devi urlare ed il rumore di fondo ti distoglie dalla conversazione che stai tenendo. Finisci per assumere quello sguardo da boga e chiedere poi Coca e Quentro’ al tinello della nonna. I mie figli hanno milioni di giocattoli, e passano i pomeriggi a giocare con una scatola di cartone ondulato residua del nostro trasloco. Il prossimo anno potremmo anche portargli un paio di quelle, e siamo a posto.
Buon anno.

giovedì 17 dicembre 2009

Navigatore


Esistono delle pubblicita’ geniali. Quelle che usano le paroline magiche, che ti si ficcano nel cervello e li’ si stampano, magari senza che tu capisca bene il significato o il tipo di prodotto pubblicizzato. Eppure quella parolina rotola nella tua testa e ritorna in alcune occasioni, convincendoti che quella cosa dovresti proprio averla. Quest’anno e’ la volta del “FULLACCADI’”. Capisco che e’ qualcosa legato alla televisione, forse e’ proprio una televisione, forse e’ un canale a pagamento, un abbonamento. Ad ogni modo la prossima volta che mi trovero’ in un negozio di elettrronica ed elettrodomestici e mi proporranno un televisore FULLACCADI’ pensero’ di sapere cosa e’, l’ho gia’ sentito mille volte, e saro’ tentata a comprarla. Peccato che io davvero ODIO la TV.
L’anno scorso e’ toccato al “TOM TOM”. Se TOM e’ un tuo amico, TOM TOM e’ tuo amico due volte. Ti porta dove vuoi. Generalmente ha quella voce metallica da troia stanca che ti dice “Alla prossima rotatoria, prendere la quarta”. Mentre giri il volante cominci a contare “Uno, due, tre...no cazzo ho perso il conto”. E rifai il giro. Il bello delle rotatorie e’ che potresti farci il giro anche tutto il giorno, senza andare da nessuna parte. Alla fine becchi la quarta. Nel frattempo la troia stanca si e’ subito accorta del tuo errore, si e’ anche incazzata, ed ha cominciato ad imprecare “Appena possibile, effettuare una inversione ad U”. A volte il navigatore sbaglia, vorresti dirglielo, a quel TOM con la voce da donna. Ma lui o lei non ti ascolta. Ti senti combattuto come quando tua mamma ti consiglia di fare una cosa che non reputi giusta, ma se lo dice la mamma! Allora fermi l’auto prima di entrare in rotatoria. Guardi TOM, guardi sulla destra il parcheggio che volevi raggiungere, guardi di nuovo TOM che invece ti dice di andare dritto. Sei sconfortato, deluso, non sai che fare. Dopo trenta secondi decidi di dare retta ai tuoi occhi e giri a destra. TOM e’ incazzata. Lo spegni.
Preferivo fermarmi e chiedere indicazioni al passante di turno, anche se ho ereditato dal mio babbo la capacita’ di chiedere informazioni a sordi, muti, o cinesi che ancora non sanno l’italiano, ma che comunque mi hanno sempre indicato la strada giusta.

giovedì 10 dicembre 2009

Acari


Probabilmente sono allergica agli acari. Ieri ho provveduto a lasciare fuori al freddo i cuscini. Si sa che gli acari muoiono sotto i 15 gradi, e fuori era davvero freddo. Per non posare la testa su migliaia di cadaveri ho quindi dovuto sbattere bene bene i cuscini, lasciando sul terrazzo un cimitero affollato di micro esserini invisibili.
In effetti le nostre nonne erano avanti, nel loro aprire le finestre, lasciare guanciali e materasse al sole e poi sbattere tutto ben bene col batti tappeto. Non c’era a quel tempo bisogno di costosissimi aspirapolvere e gli acari non avevano, vista la tradizione, vita facile.
Adesso comunque e’ tutto molto piu’ scientifico. Io ho una natura gentile ed ho accettato spesso a casa persone amiche di amici di amici a trattenermi per ore con le presentazioni di questo o quell’aspirapolvere. Ti fanno vedere delle immagini, ti pongono delle domande banali cui tu rispondi mostrando un’acuta intelligenza, hanno un copione da rispettare. Talvolta stropicciano foglietti per terra e ti fanno vedere quanto diventano neri, e come invece il loro prodotto riesce a detergere il pavimento. Ti dicono che quando passi lo straccio bagnato per terra in realta’ non fai altro che spargere lo sporco, che gli acari del tuo materasso e del tuo divano fanno la cacca sul tuo matarasso e sul tuo divano e che tu in realta’ ti rilassi su una distesa di merda. Poveri acari. Anche loro pero’ mica se la passano bene ad avere sempre addosso il nostro culo sudicio, per non parlare delle scurregge che si sa, ogni tanto capitano davanti alla TV, o delle pisciate dei miei figli quando ancora tentavo di insegnargli a stare senza pannolino.
Comunque una volta uno di questi rappresentanti mi ha assicurato che loro aspirano solo la cacca, e non gli acari, ne rispettano l’ecosistema e lo stile di vita insomma; come a dire, caro acaro, dopo che hai ca’ato, metti su il culo, che con l’aspirapolvere ti faccio un bel bidet.

venerdì 4 dicembre 2009

Distrazione

Domenica sono andata a pulire la nuova casa. Mi sono concentrata sul bagno blu. Nel pulire l’aramdio blu del bagno blu ho trovato una cinquantina di placche per le prese di corrente. Le ho pulite tutte, ed ho pensato che mio marito volesse farmi pulire tutte le placche del condominio.

In realta’ il precedente padrone del nostro appartamento fa l’elettricista. Penso che usasse le placche anche attorno alla ciambella del WC. Poi sono passata all’aplique, che ho pensato bene di pulire usando uno straccio bagnato mentre la luce era accesa. Ovviamente mentre pulivo, il freddo del cencio a contatto con la lampadina calda l’ha fatta esplodere, con pioggia di vetrini ovunque. Ho dovuto pulire tutti i vetrini. Quindi mi sono ricordata di quando mi sono abbassata infilandomi la punta del manico di scopa in un occhio (dolore lancinante!). Di quando, pur essendo andata alla stazione in motorino, sono tornata a casa alla sera in autobus e mi sono rammentata del motorino abbandonato alla stazione solo dopo cena. Delle mille volte in cui sono andata ai compleanni lasciando il regalo bello impacchettato a casa. Di quando pesto lo spazzolone e mi tiro in faccia il bastone come nelle migliori gag di Tom e Jerry. Di quando sono andata al lavoro in scooter portando con me nella borsa tutte le chiavi dell’auto, lasciando mio marito senza scampo e con i bimbi da portare all’asilo. Delle due formaggere rotte in casa di mia madre, e del folletto FORUORK da riparare a seguito dell’aspirazione incauta dei relativi pezzi di vetro e parmigiano.
Forse basterebbe smettere di fare le faccende di casa per migliorare notevolmente la situazione...

mercoledì 2 dicembre 2009

Pan per focaccia



Ieri il capo del capo del capo del capo ci ha detto che il nostro gruppo deve essere dislocato, mantenendo in Italia solo poche persone. Per “dislocato” probabilmente si intende in America, per “poche persone” le nostre interpretazione vanno da 5 a 15. A parte il contenuto poco confortante del messaggio, non mi e’ piaciuto molto il modo, cosi’ di fronte a tutti in un “All Emplyee Meeting”; mi sono sentita addosso gli sguardi compassionevoli ed anche sollevati (tocca a loro non a noi) degli altri, ed avrei certo preferito un incontro tra i soli interessati. Il capo del capo del capo del capo ci ha anche detto che abbiamo dimostrato poca flexibility in quanto nessuna di noi ha accettato l’opportunity di trasferirisi in India o in Messico. Adesso abbiamo la possibility di sperimentare il sogno americano.
Ho sempre lavorato con professionalita’, rispetto delle scadenze e delle persone che hanno lavorato con me, perseveranza verso gli obiettivi. Eppure, in linea con la morale di Manzoni che la sapeva lunga sulle multinazionali leader nel settore, questo non mi evita di incappare nel Don Rodrigo di turno pronto a rapire la mia bella Lucia.
Sara’ perche’ non ho mai capito la vision, condiviso la mission, e quando mi dicono che qualcosa e’ challenging mi aspetto una grande inculata.