lunedì 29 settembre 2008

Autogrill

Entro in autogrill per fare pipì e bere un caffè. Pago il caffè, faccio pipì e mi avvio verso l’uscita, che intravedo come luce solare alla fine di un tunnel psichedelico. Mentre cerco di raggiungere l’aria, pigolanti cagnolini di peluche mi rincorrono col loro fardello di cioccolatini al collo, giocattoli e liquirizia si liquefanno sul pavimento cercando di farsi comprare, una signorina in tailleur blu mi si deforma sulla faccia come da un oblò e mi offre una specie di uovo di Pasqua (a ottobre) pieno di caramelle in offerta speciale SOLO per oggi e SOLO per me.

Mi sento come in “Paura e delirio a Las Vegas”, in cui i protagonisti intraprendono un viaggio verso Las Vegas imbottiti di rhum, mescalina ed etere. A causa dell’uso combinato di alcool e stupefacenti il loro è un viaggio visionario accompagnato da liquami colorati, flash, suoni avvolgenti e nausea.

Veramente io volevo solo fare pipì.

giovedì 25 settembre 2008

Culo

Come avrete chiaramente capito, questo è un culo, in particolare un culo di uomo. Me lo ha mandato stamani un collega. Cioè non mi ha mandato il culo, mi ha mandato un link a Repubblica in cui si parla di un’agenzia inglese che per 75 euro all’ora ti presta un maggiordomo (e spogliarellista) che a culo ignudo presenzia in casa tua, con possibilità di toccare con mano, non ho capito se l’adorabile grembiulino nero, i polpacci, le chiappe glabre o addirittura il birindello!
Eppure sono convinta che una donna normale non avrebbe nessuna difficoltà a chiedere ed ottenere che un conoscente, collega o amico partecipi ad un festino al femminile vestito solamente di un minuto grembiulino. E allora perché rivolgersi ad una ditta specializzata che ti chiede minimo 75 euro all’ora? Forse il desiderio di avere un professionista per casa, forse la curiosità verso lo “sconosciuto” così diffusa nell’immaginario erotico femminile, oppure l’esigenza di ufficializzare col proprio partner fisso la presenza di un “maggiordomo” in casa vostra e far apparire quindi il festino meno compromettente.

Non so, fatto sta che personalmente il grembiulino lo preferirei rosso.


giovedì 18 settembre 2008

Adesso ti vorrei salutare

Ricordo che l’averti incontrato su quel treno rugginoso a Cornigliano è stato un sollievo. Almeno una faccia nota, qualcuno con cui già all’università avevo scambiato delle parole.
Poi abbiamo cominciato ad aggiungere, al tragitto di rientro in treno del venerdì pomeriggio, molte serate passate insieme. Un cinema, un teatro, qualche locale come “Le Corbusier” che ti piaceva tanto, i vicoli, il tuo monolocale sopra il Barbarossa animato da decine di CD ormai padroni del poco spazio che avevi. Cavolo quella volta che abbiamo visto “O fantasma” siamo rimasti muti per il resto della sera, ancora oggi mi chiedo se quella storia di sesso e spazzatura mi sia piaciuta o meno.




Penso anche alle tue innumerevoli domande su te stesso, il tuo lavoro, perché devo fare questo lavoro da impiegato e non ad esempio lavorare i campi. All’epoca ti avevo risposto che probabilmente avevi delle capacità che potevano essere utili per una professione tecnica. Riguardo al fatto che forse sia davvero più utile lavorare i campi, ci devo ancora pensare. Poi ho visto le foto di Fabrizia, mi ricordo quando vi siete lasciati dopo tanti anni. Di lì a poco anche io mi sono lasciata dopo tanti anni. Poi voi siete tornati insieme, e ti ho ritrovato a Pisa con questa bella ragazza che ho conosciuto in un giorno di lacrime, pensando che poteva essere tua sorella, con questa figura snella ed elegante ed il modo di parlare attento ad ogni piccola parola, eppure naturale. Come te.
Dopo mi hai ascoltata, ho avuto varie vicende sentimentali ed a volte mi hai capita. Senza mai essere invasivo. Con la tua grande sensibilità ed intelligenza, con questa tua passione per gli altri che ti ha sempre caratterizzato, ed anche con questo tuo sorriso dolce amaro che ritrovo in questa foto speditami dai tuoi cari.
Penso che tu abbia sempre combattuto tra la voglia di una vita ordinata e la tendenza invece ad essere un po’ equilibrista, un po’ combattuto. Ti sono piaciuti i vicoli a Genova, li hai fuggiti cercando chiarezza, li hai forse ricreati a Pietrasanta. Non so. Ad un certo punto ti ho un po’ perso di vista, vedendoti occasionalmente non siamo più riusciti a confessarci. Ma non importa, mi ricordo.
Queste me le hai mandate un giorno dell’anno 2000, in gran segreto. Adesso posso mostrarle, sono così geniali! Soprattutto alla luce di quello che è successo nel 2001.

Adesso riesco a salutarti.



venerdì 12 settembre 2008

Derive

Trascorrevo le prime lezioni di Ingegneria a Pisa in fondo ad un’aula affollatissima, la B21, sbirciando la lavagna in piedi su una seggiolina di legno ed un quaderno per gli appunti in mano. Alcuni studenti si svegliavano alle quattro, le cinque del mattino per occupare i posti delle prime file, usando un guanto, una sciarpa, un pacchetto di fazzoletti, un ombrello per garantire il banco anche agli amici. Personalmente ero troppo pigra per questo.
Un giorno, sempre in piedi sulla seggiolina, mi si avvicina un tipo Facis, cioè con una bruttissima giacca Facis addosso, la faccia tonda, gli occhiali tondi, fuori corso di un paio di anni già ancora prima di iscriversi. Per fare colpo mi chiede se ho la 2.0 del Derive (pronunciato Deraiv con la erre moscia), un tool per lo studio di funzioni. Volevo vomitare.

Qui in questa multinazionale leader del settore c’è pieno di uomini Facis, quasi tutti i capi sono Facis. Aspetto solo che mi chiedano se ho la 2.0 del Deraiv per vomitargli sulla testa.

giovedì 4 settembre 2008

Rimedio

Torno da più di un mese trascorso in Toscana, mi appresto ad entrare in cucina e annuso un prepotente odore di rancido. Ne cerco con lo sguardo la fonte, ed individuo una cesta di pomodori marci. Più che marci, già forniti di piccoli simpatici teneri bachi bianchi che mi salutano affabilmente. Mi rivolgo a mio marito, che invece era rimasto a casa durante le ultime due settimane. “Ma scusa, non te ne sei accorto?”. “Di che?” esclama lui verginello. “DI QUELLI!” tuono io verso quei bachi indifesi. “ Ah no, me lo dovevi dire” “Dirti cosa? Che in casa, ed in particolare in cucina, teniamo del materiale commestibile e quindi deperibile?”. “Potevi anche toglierli, visto che stavi via così tanto” risponde lui giulivo. “OK”, riprendo fredda, “la prossima volta ti tolgo tutto il cibo di casa, poi voglio vedere!”.

Eppure non è colpa sua, è che gli uomini non vedono cosa guardano, sono immensamente distratti, a parte che non si tratti di tette – topa - culo.
Allora si potrebbe fare così, segnalare con dei cartellini simili a quelli che trovi nei vasi delle piante, tutto ciò di commestibile e marcibile che può interessare, ma invece della scritta “Annaffiare ogni due giorni” scrivere “Occhio che scade” e invece della foto della pianta metterci una topa. Funzionerebbe.

A tutto c’è rimedio.

(La foto e' stata scattata da Renzo a Santa Monica)

martedì 2 settembre 2008

Essere Immondo

L’essere umano è una bestia schifosa. Le persone commettono azioni orribili e si uccidono tra loro per motivi futili (potere, denaro, religione…miraggi di immortalità). Non contente tendono a distruggere anche le altre specie e l’ambiente che le circonda, inventando veleni che non sono poi capaci di distruggere, portando altri essere all’estinzione, trasformando fiumi cristallini in orridi puzzolenti botri neri impestati da zanzare fameliche, asfaltando, sporcando contaminando.
Quando agli altri animali fu chiesto di scegliere se diventare cattivi e intelligenti oppure se rimanere semplici ed istintivi, il topo, il leone, la giraffa, il ragno, il cervo, tutti decisero saggiamente per la seconda opzione. Solo l’uomo, illuso e affascinato dalle possibilità che avrebbe potuto avere, scelse la prima sottraendosi così dal circolo naturale delle cose e diventando quello che è adesso, un essere immondo.
In questa atmosfera di pessimismo cosmico trovo ancora tre motivi di ottimismo:
· I bambini, tutti i bambini;
· Il fisico di Bolt, e non mi rompete i coglioni con la scusa che, quando ha vinto l’oro ha esultato troppo, questa è invidia del (suo) pene!;
· Il senso dell’umorismo.

Vi invito altresì alla visione dei seguenti tre video (La storia delle cose):
http://www.youtube.com/watch?v=18a1GQUZ1eU
http://www.youtube.com/watch?v=fRrpNgIG0jA
http://www.youtube.com/watch?v=WwAgiNbcsIg.

L’occhio inquisitore in alto è quello di Don Zauker, dal 4 settembre anche in Francia. Giubilio!